Il crescente malcontento tra i reduci della guerra, gli industriali e i ceti borghesi danno a Mussolini l’occasione di radunare un gruppo di uomini per raggiungere Roma il 28 ottobre 1922 e sostituirsi al governo in carica. Da quel momento, col benestare del re Vittorio Emanuele III, Mussolini diventa Primo Ministro e inizia a liquidare tutti i suoi oppositori politici, sancendo il passaggio dallo stato parlamentare a un regime totalitario, limitando la stampa, le manifestazioni e pilotando il sistema elettorale.

L’avvicinamento a Hitler

La brama di potere di Mussolini era alimentata in parte dal desiderio di creare una sorta di nuovo impero romano, da qui la scriteriata politica coloniale, dall’altro da una certa ammirazione per la perfezione della Germania. E così in parte si spiega il lento ma costante avvicinamento al cancelliere nazista Hitler, che divenne tristemente ufficiale nel 1938 con l’emanazione delle leggi “per la difesa della razza”.

Il conflitto e le sue macerie

Ancora più nefasta fu la scelta di entrare nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania nazista: troppo inferiori le capacità belliche italiane, troppo indietro l’economia rispetto a tutti gli altri Stati europei. A salvare l’Italia e gli italiani agli occhi del mondo, fu la Resistenza, un movimento coordinato di ribellione al fascismo e all’invasione tedesca.